DAICHESPIANA
  ANTOROTO 29 GIUGNO 2014 - IL RESOC0NTO
 

ANTOROTO - 29 GIUGNO 2013
Resoconto a cura di Monica Borfiga

Doveva essere la domenica del Frisson. 
Eravamo pronti, fisicamente e mentalmente, un banco di prova, ognuno con la propria "sfida" personale. Chi o cosa avrebbe potuto fermare gli impavidi DCS capitanati dal super Seven-Goldrake-Lander?...il temporale!!!
Nooo, la maledizione del Frisson! Il sogno si schianta al suolo...il Frisson non sa da fare ( scherzi a parte è stata una giustissima e saggia decisione di Davide perché sicurezza e incolumità vengono prima di ogni cosa). No problem, giro di telefonate e Stefania, che non si perde d'animo, trova subito una degna alternativa: il tour dell' Antoroto organizzato dal CAI di Ormea, con annesso pranzo al rifugio Manolino, che per alcuni di noi non è proprio un dettaglio da poco!
Ok, è fatta.
A qualcuno viene il dubbio: ma se piove sul Frisson non è che anche nei dintorni dell'Antoroto potrebbe....beh, forse è la volta buona per provare le mantelline che da anni ci trasportiamo sulla schiena. 
Ritrovo sprint (?!?) alle 6.30 al parcheggio del noto iper che per motivi contrattuali non posso citare e poi via veloci verso Ormea dove per caso incontriamo, con piacevole sorpresa, Renata e Gregorio lì per un mercatino. 
Ci facciamo subito riconoscere dagli amici del Cai di Ormea che diligenti e in fila indiana ci attendono sui loro fuoristrada osservandoci perplessi mentre noi, assolutamente s-coordinati, "organizziamo" le macchine, raccattando in fretta e furia scarponi, zaini, bastoncini ...Ci siamo tutti? No, ne manca uno che con gli scarponi ancora slacciati corre trafelato verso il suo passaggio...ok, si parte! A metà strada altro trasbordo, lo sterrato è alquanto sconnesso e noi abbiamo "solo" un fuoristrada serio ma tre ottimi autisti che, tra risate, battute e applausi ci portano al luogo di partenza.
Ezio,la nostra guida, ci illustra il percorso che faremo, ci indica alcuni monti ; il Pizzo di Ormea è come sempre avvolto nella nebbia, si vede anche la piana di Albenga...si va.
Siamo piuttosto ordinati e compatti, ammiriamo la straordinaria fioritura ( Fritillarie, Stelle Alpine), qualche foto, tutto nella norma fino al monte Ciuaiera dove un'enorme distesa di rododendri ci destabilizza. È veramente uno spettacolo, come si fa a non scattare delle foto e soffermarsi a osservare il panorama. Noto che un signore del CAI attende paziente. È assolutamente garbato, non dice una parola....attende ( mah!).
Anche Ezio ci attende e in modo gentile ma risoluto ci rimette in "riga"....va bene fare qualche foto ma il percorso è ancora lungo. Lui sarà il capo fila e Fabrizio, il signore garbato, la chiuderà !
Seguiamo un sentiero lungo la dorsale di Costa Garassina e poi...ecco i Lamazzi, piccoli laghi che con il caldo scompariranno. Siamo nella Val Casotto e poi più in basso all'alpeggio di Perabruna dove fino a qualche anno fa si poteva ancora incontrare un pastore/saggio/eremita.
Quanti fiori e che panorama...oh una goccia! Quando si dice che in montagna il tempo cambia in un attimo....ma quanto manca al rifugio Manolino? ...dov'è la mantellina? ... presto la giacca a vento.....siamo tutti lavati! Vento, acqua, freddo, che succede? 
"Ecco il rifugio, c'è un tendone. ...andiamo andiamo...noooo, è strapieno di gente, non ci stiamo. ..dai, proviamo laggiù, forse c'è posto, corri corri"..."guarda, qui sotto c'è poca gente. ..stanno cucinando....che bel calduccio...possiamo entrare?...giusto per scaldarci un attimo"...e, superato il primo imbarazzo, in quattro e quattr'otto occupiamo le cucine: Valeria addetta alla dolcificazione del pan fritto(che noi mangeremo come aperitivo), Stefania supervisore, io e Roberto assaggiatori di polenta ( al sugo per la polenta non ci hanno fatto avvicinare), l'Egregio si occupa del generatore, Marco distribuisce l'ottima acqua S.Anna di Diano Castello dal famosissimo color rosso rubino. Qualcuno arriva con i primi antipasti: frittatine, pizza, salsiccia in pastella....torna il buonumore. È il momento della polenta addirittura con opzione sugo di carne o formaggio. Il CAI di Ceva è veramente ospitale. La "mezza quarta" di fichi di Stefania, gentilmente trasportata da Davide che si è offerto volontario(!), sparisce in un batter d'occhi. Risate, siamo nuovamente asciutti e riscaldati, qualcuno intona una canzone....arriva anche il caffè...bravi! Sulla soglia compare Ezio per ricordarci che è ora di andare, ci sono ancora tre ore buone di cammino. 
Mesti mesti ci avviamo con la pancia piena ( troppo piena! ) verso la salita per Colla Bassa. Nessuno osa fiatare. Sotto una pioggia battente e raffiche di vento raggiungiamo il passaggio tra il Monte Antoroto e il Monte Grosso: siamo in Valdinferno ( quale nome più appropriato! ). Fa freddo, si è alzata la nebbia, continua a piovere e un lastrone di neve ci ostruisce il passaggio. Ma che....fortuna!
Ezio trova subito una strada alternativa. La discesa non è facile, occorre prestare molta attenzione perché si scivola sia sulle rocce che nel fango. Finalmente cessa la pioggia e noi notiamo subito come i colori dei rododendri, dei botton d'oro, delle aquilegie, delle clematidi e delle orchidee siano più "vivi" dopo un temporale! Tutti in fila indiana, bagnati e sporchi di fango, sembriamo profughi.
Raggiungiamo la Scaletta, un passo roccioso molto suggestivo e a tratti ricompare anche il sole. Alzando gli occhi, imponenti pareti rocciose ci sovrastano e sotto di noi il dirupo è mimetizzato dalla boscaglia. 
Brevi salite e discese ci accompagnano al tratto finale del percorso. ..ecco Ormea e la Val Tanaro illuminate dal sole, noi invece siamo nuovamente immersi nella nebbia. Gli autisti accelerano il passo per raggiungere le auto. Finalmente via gli scarponi! c'è chi ha i piedi cotti dall'acqua e sogna solo un bagno caldo caldo. Foto di gruppo con Armetta sullo sfondo illuminato dal sole ( che beffa). Meno male che ad attenderci ci sarà l' accogliente staff del bar della Posta!!!!