DAICHESPIANA
  ALCUNI CONSIGLI
 

 
 
 Molti, moltissimi dcs non hanno bisogno di consigli sull'abbigliamento, alimentazione etc., diciamo che questa pagina é dedicata a coloro che si avvicinano alla pratica del trekking ma comunque riteniamo che anche ai più "esperti" dei nostri camminatori non faccia male leggere queste righe, c'é sempre da imparare.....

Gli argomenti sono molti, ci vorrà un pò di tempo per illustrarli tutti quanti 


Iniziamo con l'EQUIPAGGIAMENTO

I tessuti con i quali sono costruti i capi d'abbigliamento sportivo sono molto innovativi, funzionali, pratici e resistenti.
Rispetto alla lana, al cotone e alle altre fibre naturali, i capi sintetici sono meno ingombranti, più elastici e resistenti sia all'uso che ai lavaggi, si asciugano più velocemente e non si stirano.
E' importante nel nostro caso la traspirabilità ma non si deve dare per scontato che un capo in fibra sintetica lo sia, bisogna fare attenzione e verificare il cartellino dove sono indicate appunto le varie proprietà.


IL GORETEX
 
 

E' una membrana impermeabile e traspirante, contiene micropori per un totale di 1,4 miliardi di pori per cm quadrato ma sono 20000 volte più piccoli di una goccia d'acqua e circa 700 volte più grandi di una molecola di vapore acqueo.
L'acqua non può quindi penetrare attraverso la membrana in Goretex ma il vapore acqueo e quindi il sudore la può attraversare. 

 
 
VESTIRSI A STRATI
 
 

Questo metodo consente la massima flessibilità nell'adattarsi ad ogni condizione e temperatura.
Togliere o aggiungere uno strato é semplice e veloce, l'aria tra uno strato e l'altro fa da cuscinetto, favorendo l'isolamento del freddo e l'evaporazione del sudore, sempre che si usino capi traspiranti.

Primo strato

La maglietta a contatto con la pelle riveste una particolare importanza e.....la scienza e la tecnica ci sono venute incontro in quanto sono in commercio indumenti che definiamo "tecnici" in quanto sono studiati appositamente per le nostre esigenze che sono quelle di avere un capo che internamente, durante l'attività fisica, rimanga asciutto e che nel contempo  non trattenga l'umidità.
Un capo leggero che si asciuga tra l'altro molto rapidamente e non si stira.
Maniche corte in estate e lunghe eventualmente in inverno nelle giornate rigide, e come taglia abbastanza stretta ma lunga, da poter coprire i reni.
I tessuti in PROPILENE fanno al caso nostro e ci evitano così di fare lo spogliarello una volta in vetta o arrivati alla meta.
Ciò nonostante qualcuno desidera ancora indossare al termine un capo asciutto ed é credeteci, una bella sensazione.
In commercio ci sono numerose marche per quanto riguarda l'intimo, LIOD, MICO etc.
 
 

Il secondo strato

 
 
A seconda della temperatura diciamo che potrebbe essere anche l'ultimo strato. nel senso che durante le stagioni calde basta indossare sopra la maglietta a contatto con la pelle una camicia con le maniche corte oppure una semplice t-shirt.
Una buona idea é quella di mettere nello zaino un giubbino leggero, smanicato, può capitare di doverlo indossare in momenti non troppo caldi ma neppure abbastanza freddi da coprirsi con una felpa.
 
 


 
 
Il terzo strato
 
 

Durante la stagione fredda indossare la maglietta sulla pelle, una maglietta con le maniche corte e una felpa.
Ricordiamo infatti che a meno che non vi siano temperature molto al di sotto dello zero, non bisogna coprirsi molto, camminando si suda, chi più e chi meno ; si può sempre utilizzare un giubbino in pile, smanicato e se proprio non si resiste, usare la giacca a vento, il k-way, il capo cioé che con una felpa,  nello zaino non deve mai mancare, anche quando le previsioni promettono giornate torride........
Specialmente in alta montagna le condizioni meteo possono cambiare in un batter d'occhio, meglio essere preparati. 
 
 

 
 
I pantaloni
 
 


lo diciamo per esperienza, meglio lunghi con possibilità di renderli velocemente corti, e questo naturalmente nella bella stagione ; possibilmente con tasche laterali, di buona fattura in modo che durino più a lungo, mentre in inverno e sulla neve, é naturalmente necessario munirsi di capi specifici per non rischiare di dover trascorrere la giornata inzuppati e infreddoliti.
Chiedere consigli al negoziante di fiducia
.

IL CAPPELLO

 

Indispensabile nelle giornate assolate, giornate in cui il colpo di sole é sempre in agguato, munito di una buona visiera, possibilmente non di colore scuro, il giallo é gradito.....
In commercio esistono anche quelli "da deserto" , che proteggono una zona delicata del nostro corpo, il collo, dai raggi solari.

CAPPELLO INVERNALE E GUANTI 
 
 


 
 
Assolutamente necessari sulla neve e durante le gite invernali (guanti idrorepellenti).
Sembra quasi  di dire una sciocchezza ma sono anche da tenere sempre nello zaino, in lana o in pile, non ha importanza.
Chi almeno una volta non si é chiesto, e attenzione, non solo durante la stagione cosiddetta fredda " ma perché li ho lasciati a casa....? "

LA GIACCA A VENTO, IL K-WAY, LA MANTELLINA

 
 

Ognuno chiama questo capo con un nome diverso ma deve essere la prima cosa da infilare nello zaino, con qualsiasi tempo, in tutte le stagioni.
Essendo ormai appurato che per non bagnarsi bisogna...starsene a casa, una giacca ad esempio in Goretex può limitare i danni ma serve anche per quando ci si ferma a pranzare al sacco, per un improvviso calo della temperatura, insomma da non dimenticare, ce ne sono un sacco in commercio, di tutti i tipi e prezzi, utili anche le mantelline "lunghe" , che coprono cioé anche le gambe.
 
 

LO SCALDACOLLO
 
 

 
 
Un utile accessorio nelle giornate fredde o ventose.
I daichespiana sono forniti anche di una fascia multifunzione, naturalmente gialla, che come dice il nome stesso viene usata nei modi più disparati. 
 
 

I BASTONCINI
 
 

La loro utilità é scientificamente provata.
Diminuiscono le sollecitazioni che si trasmettono a livello della colonna vertebrale e consentono di alleggerire il peso degli arti inferiori, scaricando ad ogni passo da 6 a 8 chili.
La lunghezza va regolata in base alla propria statura, impugnando il bastoncino con il gomito piegato a 90 gradi.
La loro caratteristica telescopica fa sì che possano accorciarsi o allungarsi secondo la necessità di marcia.
Per i percorsi su pietra sarebbe bene applicare il puntale di gomma antiscivolo mentre sulla neve é necessario munirli di rondelle che normalmente vengono fornite al momento dell'acquisto.

GLI OCCHIALI


Soprattutto in montagna gli occhi devono essere protetti dai raggi ultravioletti.
Le lenti devono avere il marchio CE e specialmente sulla neve gli occhiali devono assolutamente essere indossati, possibilmente quelli a fasciatura avvolgente, che riparano anche lateralmente.

LA BORRACCIA - IL THERMOS

Nel capitolo inerente l'alimentazione vedremo quanto sia importante bere durante le nostre escursioni.
Molti usano la classica bottiglia di plastica contenente generalmente acqua ma per mantenere una temperatura ideale sarebbe bene usare una borraccia,  ce ne sono moltissime in commercio.
Discorso diverso per il thermos.
In inverno, ma anche nelle stagioni calde non é una brutta idea bere qualcosa di caldo che tra le altre cose aiuta anche a digerire.
Thermos in commercio ne troviamo moltissimi, tutti che garantiscono una tenuta più o meno lunga.
Chi scrive (Mirko), da anni usa thermos della SALEWA che costano un pò di più ma vi garantisco che sia per le bevande calde che eventualmente per quelle fredde, sono a dir poco eccezionali.

IL TELO

Quando ci si ferma, stanchi, affamati, assetati, spesso ci si sdraia e se capita di doverlo farlo sull'erba, bisogna attrezzarsi con un telo di plastica, é già capitato purtroppo infatti che alcuni di noi siano stati per giorni con una gran quantità di bolle, di punte sul corpo e credeteci non é una bella sensazione....  
Ciò, si dice, é dovuto agli acari che stazionano nei pascoli, non bisogna pensare quindi di essere in spiaggia.... probabilmente con un bel telo però questo problema dovrebbe essere risolto, dovrebbe.....

IL GPS

Diciamo subito che non é che con il GPS i problemi di orientamento siano risolti, anzi, consigliamo di infilare nello zaino sempre una cartina topografica della zona in cui si intende andare a camminare.
Indubbiamente i vantaggi di avere al seguito uno strumento tecnologico però ci sono ma per non diventare pazzi nel gestirlo elenchiamo le funzioni base, quelle che ci potrebbero veramente servire ed esserci di aiuto, tutto il resto potrebbe complicarci la vita......

Può capitare di perdersi nella nebbia oppure lungo sentieri che si pensava portassero a....e invece.... Se succede alle dieci del mattino in estate c'é tutto il tempo per risolvere la situazione ma ad esempio se succede in inverno, alle tre del pomeriggio, la faccenda si complica e subentra il panico.
Una volta stabilito che ci siamo persi, si telefona a qualcuno, soccorso alpino etc. e la prima cosa che ci viene chiesta é "Dove sei/siete ?" , domanda retorica (magari lo sapessimo....) ma giusta.
Se si é in un punto riconoscibile (  es.una cascata, una costruzione etc. ,) lo si comunica ai soccorritori ma se si é in un bosco o lungo un sentiero ma di preciso non si sa dove, come si fa ?
Ecco che il GPS ci viene in aiuto in quanto sul display sono evidenziate Latitudine e Longitudine del luogo in cui ci troviamo, raggiungerci é quasi un gioco da ragazzi.

Un altra utilità é data dalla funzione Altimetro in base alla quale in ogni momento sapremo quanto manca alla nostra meta 

Interessante e utile l'uso dei cosiddetti WAYPOINT, cioé i punti di riferimento.
Spieghiamo come funzionano.
Esempio pratico : da Carnino al  Rifugio Don Barbera, percorso conosciuto, ma solo per fare un esempio.
Alla partenza si crea un punto chiamandolo Carnino oppure parcheggio auto, poi lungo il cammino il GPS registra la traccia.
Al bivio per il Passo delle Mastrelle creare un altro punto, al culmine della Gola della Chiusetta altro punto, al bivio a destra per il Colle del Pas ancora un punto e per finire l'ultimo al Rifugio Don Barbera.
I dati sui tempi e il chilometraggio ci interessano relativamente.
Dopo esserci riposati riprendiamo la strada del ritorno ma nel frattempo é salita una nebbia tale da non vedere quello che cammina davanti a noi.
Seguendo all'inverso la traccia da noi creata lungo il percorso dell'andata, la cosa é meno complicata e in base ai punti precedentemente segnati, sapremo dove ci troviamo.
Abbiamo fatto l'esempio di questo percorso dove probabilmente non ci perderemo mai ma pensate se fossimo in zone a noi sconosciute. 

Tra l'altro, dopo un certo periodo di tempo volendo rifare questo percorso abbiamo già la traccia pronta da seguire.

Queste sono le funzioni base, poi in commercio esistono GPS tecnologicamente avanzati con una miriade di altre informazioni, con le mappe incorporate etc.

Leader del mercato l'azienda GARMIN

Si possono scaricare sul proprio telefonino ottime applicazioni con la funzione gps
Usate e consigliate MY TRAILS - SPORTS TRACKER - WIKILOC

LO ZAINO

Scelta piuttosto importante visto che sarà il nostro compagno di viaggio, dove infileremo tutte le nostre cose.
Per le gite brevi può bastare anche uno zaino "da spiaggia" senza pretese, mentre per quelle lunghe e impegnative é necessario qualcosa di meglio.
Premesso che in questo come in altri casi sarebbe bene farsi consigliare dal negoziante, riteniamo che esistano alcuni principi fondamentali e cioé :

deve avere molte tasche, possibilmente molto utile, ai lati la retina per mettervi le bottiglie
in modo che ci si possa dissetare senza toglierlo.
La capacità é naturalmente soggettiva c'é chi ci metterebbe dentro un intero armadio....e chi invece il minimo indispensabile.
Nella preparazione tenere "a galla" la mantellina e il kit di pronto soccorso ( in seguito ne parleremo) in modo da non diventare pazzi a dover cercare in caso di immediato bisogno. 
Utile il COPRIZAINO, normalmente in vendita insieme allo zaino, che ripara il contenuto in caso di pioggia, utilissimo quindi in viaggi di più giorni.

GLI SCARPONI

Scarponi polivalenti nel vero senso della parola non ne esistono, bisognerebbe avere parecchie paia di scarponi specifici per ogni utilizzo, escursionismo, trekking leggero, trekking di alta quota, ferrate, ramponabili con ramponi automatici o semiautomatici.....e cosi' via.
Poi normalmente si hanno uno o due paia di scarponi che vanno bene un po' per tutto, perche' si e' vero che bisogna avere l'attrezzatura giusta per ogni tipo di prestazione sportiva, ma al proprio scarpone ci si affeziona come ad una mascotte e lo si usa finche' da' segni di cedimento dovuto all'usura.
Quello che da consigliare per scegliere uno scarpone e' innanzitutto di capire qual'e' l'utilizzo che fate piu' spesso (escursioni leggere, trekking lunghi di alta quota, ferrate ecc.ecc.) e sulla base di quello procedere a scremare la scelta.
Poi cosa importante da valutare e' la vostra conformazione fisica e se le vostre caviglie hanno piu' o meno bisogno di sostegno, e cioe' se siete soggetti a distorsioni "facili", in questo caso potete gia' restringere la vostra scelta di scarpone con protezione alta oppure scarpe da trekking piu' basse.
Scegliete calzature con membrane traspiranti o similari (Gore-Tex) e' molto importante perche' durante la camminata si produce molto sudore ed e' importantissimo espellerlo dalla calzatura soprattutto d'inverno, ed inoltre le calzature rimangono impermeabili.
Le suole inoltre sono il punto di contatto con il terreno e scaricano tutto il peso al suolo quindi devono essere ad alta aderenza, rigide al punto giusto per dare sostegno al piede su terreni rocciosi e durante salite dove lo sforzo va a ricadere maggiormente sulla punta.
Una azienda leader del settore e'VIBRAM e viene utilizzata dalla maggior parte di produttori di scarponi per il trekking e l'alpinismo.
La tomaia inoltre e' consigliabile sceglierla in linea generale robusta e personalmente la prediligo con protezioni perimetrali o nella punta per proteggere da urti, graffi ed usura.
Scegliete aziende che sono note per la loro affidabilita' e qualita' sicuramente il negoziante vi puo' consigliare adeguatamente, non risparmiate sul prezzo, lo scarpone e' un elemento fondamentale dell'equipaggiamento e vi puo' salvare veramente la vita in situazioni difficili!
La scelta va fatta inoltre in base alla calzata e al comfort, provate entrambe gli scarponi prima di acquistarli, indossateli con un calzino grosso, e sceglieteli di un numero piu' grande, il piede deve rimanere ben disteso e senza costrizioni di sorta, in caso contrario cambiate modello di scarpone, evitate di sceglierli con misure troppo ampie perche' il piede all'interno deve rimanere stabile e non deve scivolare, perche' oltre ad essere pericoloso vi puo' creare vesciche durante l'uso intenso.
Qualcuno usa solette ortopediche in cuoio che sostituiscono quelle standard, costano abbastanza ma servono ad aumentare il sostegno al piede, a rendere il passo piu' stabile in situazioni di stabilita' precaria come passaggi stretti ed esposti, ed aumentano il comfort anche con specifiche imbottiture sul tallone, caratteristiche importanti sulle lunghe distanze.
Il resto lo fa l'esperienza e l'uso quotidiano.

 
 
ALIMENTAZIONE E TREKKING 
 
 
 
Un'adeguata alimentazione è alla base della buona riuscita di un'escursione, di un trekking. Il 
 
 
movimento è reso possibile dalla contrazione dei muscoli che per svolgere il lavoro hanno 
 
 
bisogno dell'energia ottenuta dalla combustione del glicogeno, che avviene solo attraverso 
 
 
l'ossigeno. 
 
 
Quando l'intensità dello sforzo è proporzionata alla quantità di ossigeno fornita all'organismo, 
 
 
il glicogeno viene bruciato completamente e restano come scorie solo acqua e anidride 
 
 
carbonica. Se l'ossigeno è insufficiente il glicogeno non viene bruciato completamente 
 
 
lasciando un composto chimico come scoria chiamato acido lattico, che accumulandosi 
 
 
provoca crampi e dolori muscolari. La rottura dell'equilibrio tra consumo energetico e 
 
 
rifornimento di ossigeno determina stanchezza, aumento del battito cardiaco, dolori 
 
 
muscolari e crampi. 
 
 
L'escursionismo è un'attività che impegna il fisico per lunga durata e che perciò un notevole 
 
 
dispendio energetico che solo un'alimentazione corretta riesce a compensare. 
 
 
Il nostro fisico producendo l'energia di cui ha bisogno in presenza di ossigeno, che diventa 
 
 
sempre più rarefatto man mano che saliamo in quota, necessita quindi solo di cibi facilmente 
 
 
digeribili. 
 
 
Il consumo energetico si misura il Kilocalorie (Kcal); un escursionista di 30 anni che pesa 60 Kg 
 
 
impegnato in un'escursione di 6 ore (4 di salita e 2 di discesa) consuma circa 3.200 Kcal, 
 
 
mentre un'escursionista di 70 Kg di peso ne consuma circa 3.700. 
 
 
E' quindi facile capire come un'adeguata alimentazione sia della massima importanza. 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno prima dell’escursione e soprattutto a cena: 
 
 
Porzioni abbondanti (almeno l’ 80% in più del solito) di Carboidrati (pasta), Frutta e Dolci, 
 
 
le Verdure a vostro piacimento. 
 
 
Bere molti liquidi che saranno facilmente trattenuti dal Glicogeno neoformato, così da 
 
 
aumentare l’idratazione. 
 
 
Esclusione del secondo, in quanto troppo proteico, inoltre evitare la pizza e gli alcolici. 
 
 
 
 
 
La mattina dell’escursione: 
 
 
Prima colazione abbondante costituita da Liquidi (latte, yogurt, spremute, acqua) e Cereali, 
 
 
molti e di vario tipo (biscotti secchi, pane o fette con miele o marmellata, müesli, frutta 
 
 
fresca o secca). 
 
 
Scegliere sempre secondo le tolleranze individuali. 
 
 
Evitate il cornetto del bar, pochi minuti prima della partenza. 
 
 
 
 
 
Durante tutta l’escursione: 
 
 
Acqua (150-200 ml circa ogni 20-30 minuti), piccole quantità di alimenti a rapida digeribilità 
 
 
da consumare con frequenza (ogni ora). 
 
 
Frutta fresca (mela), meno adatti gli agrumi e la banana. 
 
 
Frutta disidratata (ananas, papaia), essiccata (albicocche, uva passa, uva sultanina, prugne) 
 
 
in modesto volume danno un buon apporto calorico e salino. 
 
 
Barrette (dietetiche) con müesli o frutta secca. 
 
 
Biscotti secchi (non cremosi). 
 
 
 
 
 
Durante le escursioni nei periodi invernali: 
 
 
Tè caldo dolcificato con fruttosio o con miele (non esagerate con il tè, é diuretico), piccole 
 
 
quantità di alimenti a media digeribilità da consumare con frequenza (ogni 30 minuti) come 
 
 
frutta secca oleosa mandorle, noci, nocciole, in poco volume un grande apporto calorico. 
 
 
Cioccolata (anche con nocciole). 
 
 
Biscotti (cremosi ed al burro). 
 
 
Barrette (energetiche) con frutta secca. 
 
 
 
 
 
Portiamo sempre nello zaino cibo energetico come cioccolato, biscotti, miele. 
 
 
 Se è prevista una pausa-pranzo a metà del tragitto: 
 
 
Panino, ma sempre con le caratteristiche di rapida digeribilità, es. pane ben lievitato con 
 
 
prosciutto magro o bresaola (gli alimenti proteici in assoluto più digeribili) o poco formaggio 
 
 
“grana”. 
 
 
Da escludere i Salumi e i Formaggi, Frittate, Lasagne o Paste al forno, condite con salse 
 
 
grasse o maionese. 
 
 
Se invece sarete riusciti a programmare la “pausa-pranzo” sul finire del tragitto, la scelta 
 
 
degli alimenti sarà praticamente libera. 
 
 
Necessitiamo abbondantemente di Carboidrati ( pasta o riso, pane o patate ), Liquidi e Sali 
 
 
Minerali ( minestrone di varie verdure in brodo), Frutta fresca, Acqua e Vino. 
 
 
Mentre sarà sufficiente una quantità modesta di Proteine = ½ secondo piatto e pochi grassi ( 
 
 
olio extra vergine di oliva ). 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gli elementi nutritivi fondamentali sono i carboidrati, le proteine e i grassi. 
 
 
 
 
 
I carboidrati (glucidi) sono il saccarosio, il fruttosio e gli amidi, che l'organismo trasforma 
 
 
prima in glucosio e poi in glicogeno. Si trovano soprattutto nei cereali, nella frutta e nelle 
 
 
patate. Lo zucchero, seppur ricchissimo di glucosio, è poco indicato perché richiede ingenti 
 
 
quantità di acqua e può creare problemi gastrointestinali. 
 
 
E' più appropriato mangiare frutta, pasta, riso, pane, biscotti, ecc. 
 
 
Tuttavia una zolletta aiuta nei momenti più critici. 
 
 
 
 
 
Le proteine (protidi) migliorano l'efficienza fisica e contribuisco alla crescita muscolare. 
 
 
Sono abbondanti nelle uova, nei latticini, nei legumi, nel pesce e nella carne. 
 
 
 
 
 
I grassi (lipidi) sono importanti per gli acidi contenuti e per sintetizzare le vitamine 
 
 
liposolubili. Forniscono il doppio delle calorie dei carboidrati, sono il carburante di riserva. 
 
 
Hanno però delle controindicazioni essendo poco digeribili, possono creare disturbi intestinali 
 
 
e, soprattutto, richiedono molto ossigeno. 
 
 
 
 
 
I sali minerali sono importanti nel metabolismo, inoltre il sodio e il potassio regolano il 
 
 
trattenimento e la cessione dell'acqua nelle cellule. Il calcio serve per la formazione delle 
 
 
ossa ma anche per la coagulazione del sangue e la contrazione muscolare. 
 
 
La loro carenza provoca affaticamento e in generale, malattia. 
 
 
Durante lo sforzo perdiamo molto potassio e magnesio, la loro carenza provoca crampi, 
 
 
peraltro dovuti anche all'acido lattico prodotto per sovraffaticamento. 
 
 
Più l'attività è impegnativa maggiore deve essere l'apporto di sali. 
 
 
 
 
 
Le fibre vegetali contribuiscono al buon funzionamento dell'intestino; tuttavia non dobbiamo 
 
 
esagerare per non accelerare l'evacuazione e diminuire l'assorbimento dei nutrienti. 
 
 
 
 
 
Le vitamine regolano le funzioni dell'organismo e lo proteggono.; sono indispensabili per il 
 
 
metabolismo. La carenza di vitamine riduce le nostre difese, ma un eccesso è altrettanto 
 
 
dannoso. Quelle del gruppo B combattono l'affaticamento, la vitamina E aiuta ad utilizzare 
 
 
l'ossigeno, la vitamina C aiuta a rafforzare le difese organiche. L'organismo non è in grado di 
 
 
sintetizzarle da solo, è indispensabile quindi un consumo regolare di frutta, di agrumi, cereali 
 
 
e uova, fegato, ecc. 
 
 
Nel trekking è possibile integrare la dieta con preparati polivitaminici. Il ferro è essenziale 
 
 
per il trasporto dell'ossigeno nel sangue, la sua carenza genera debolezza, vertigini e 
 
 
sonnolenza. 
 
 
Per chi pratica il trekking una dieta equilibrata dovrebbe contenere il 66% di carboidrati, il 
 
 
17% di proteine e il 17% di grassi; in caso di attività impegnativa i carboidrati possono salire al 
 
 
70% della razione giornaliera di alimenti. 
 
 
Quando si è stanchi abbiamo meno voglia di mangiare e bere, perciò il pasto deve essere 
 
 
completo e appetitoso e scelto in funzione della digeribilità, del valore nutritivo e dei gusti 
 
 
personali preferendo cibi freschi. La dieta va comunque integrata con frutta secca, cioccolato, formaggio parmigiano, 
 
 
formaggini, salumi, miele, biscotti, uova, tè e caffè. 
 
 
 
 
 
L'acqua è l'elemento vitale fondamentale, senza di essa si muore. E' fondamentale per 
 
 
proteggere l'organismo dal surriscaldamento. Il fabbisogno giornaliero è mediamente di 2,5 
 
 
litri (presente anche negli alimenti per circa il 60%). 
 
 
Durante gli sforzi possiamo perdere anche un litro di liquidi all'ora col sudore, mentre in alta 
 
 
quota dove l'aria è più secca ne perdiamo anche il doppio con la respirazione. 
 
 
La sensazione di sete sopraggiunge solo in seguito ad una forte perdita di sodio attraverso il 
 
 
sudore quando si rompe l'equilibrio salino necessario all'osmosi. 
 
 
Per evitare il surriscaldamento l'organismo può assorbire liquidi dal sangue che così si 
 
 
ispessisce rallentando il trasporto di ossigeno. 
 
 
Le cellule producono più acido lattico, sopraggiungono vertigini, esaurimento, vomito e si 
 
 
rischia la trombosi o il congelamento. 
 
 
 
 
 
Attenzione quindi a non bere solo quando si ha molta sete, beviamo prima, durante e dopo 
 
 
lo sforzo; in escursione beviamo spesso piccole quantità d' acqua anche se non sentiamo la 
 
 
sete, è importantissimo per prevenire la disidratazione. 
 
 
Facciamo però molta attenzione all'acqua di fusione dei ghiacciai che essendo povera di sali, 
 
 
bevuta da sola può arrecare seri danni, vanno aggiunti integratori o, in mancanza, un 
 
 
cucchiaino di sale da cucina e uno di bicarbonato in ogni litro. 
 
 
Come dissetanti non vanno bene le bevande gassate, perché dilatano lo stomaco che 
 
 
comprimendo il diaframma ostacola la respirazione. 
 
 
Gli alcolici sono dannosi perché riducono l'efficienza fisica e le capacità cerebrali; danno solo 
 
 
calore di breve durata. 
 
 
 
 
 
L'acqua in montagna è sempre "buona"? 
 
 
Una delle più belle soddisfazioni di una escursione è, senza dubbio, quella di bere 
 
 
direttamente l'acqua dei torrenti e delle sorgenti che si incontrano lungo il cammino: limpida, 
 
 
fresca, a volte ghiacciata, sembra dotata di poteri miracolosi, e spesso riesce a farci quasi 
 
 
passare la stanchezza. 
 
 
Ma il dubbio a volte può legittimamente affacciarsi alla nostra mente: l'acqua dei torrenti e 
 
 
delle sorgenti di montagna è realmente "buona", o può nascondere qualche insidia per la 
 
 
nostra salute? La risposta può ritenersi legata a due fattori principali: la quota rispetto a 
 
 
eventuali centri abitati e la presenza di zone sovrastanti adibite a pascolo. 
 
 
La prima condizione è facilmente verificabile, e si può quindi ritenere di essere in "zona di 
 
 
sicurezza" una volta superata la quota altimetrica degli ultimi centri abitati, che 
 
 
rappresentano una potenziale fonte di inquinamento. 
 
 
Verificare la seconda condizione è meno semplice: a monte (o in prossimità) del torrente o 
 
 
della sorgente non dovrebbero esserci zone adibite - attualmente o anche negli ultimi anni - a 
 
 
pascolo. 
 
 
Questo per evitare il concreto, se non probabile, rischio di inquinamento organico. 
 
 
Si impone quindi un'attenta osservazione del territorio, valutando la posizione dei centri 
 
 
abitati e delle aree pascolive, in uso o abbandonate. 
 
 
Queste ultime sono in genere facilmente individuabili per la ricca vegetazione, anche di tipo 
 
 
ammoniacale, e per le immancabili baite. 
 
 
Se nella nostra escursione superiamo però il limite dei pascoli, questi problemi vengono di 
 
 
fatto automaticamente risolti: indicativamente oltre i 2300-2500 metri di quota, l'acqua può 
 
 
ritenersi sempre "buona", anche se, ovviamente, nessuno potrà darvi una certificazione di 
 
 
potabilità. 
 
 
Infine, potrebbe esserci una remota possibilità di inquinamento (anche chimico) dovuto a 
particolari rocce o terreni con i quali l'acqua è venuta a contatto. 


KIT DI PRONTO SOCCORSO

Abbiamo in rete un qualcosa di interessante circa questo importante e spesso sottovalutato argomento.

Diciamo pero' che ognuno dovrebbe essere autosufficiente nel senso che non e' giusto pensare " tanto c'e' ....che ha tutto"