DAICHESPIANA
  ANELLO DI FINALBORGO - IL RESOCONTO
 

ANELLO FINALBORGO VEREZZI CALICE MONTESORDO – Domenica 16 Marzo 2014

E’ arrivato sulla Jeep presidenziale accompagnato dalla Première Dame, una sciarpa blucerchiata gli avvolgeva elegantemente il collo e dietro l’occhialino tecnico certo si celava una lacrima: Monsieur Le President! Oggi non ci accompagni, ce ne faremo una ragione… we keep calm and carry on!

Con il solito “perfetto disordine” che ci contraddistingue arriviamo a Finalborgo: accoglienza a CINQUESTELLE, nn nel senso di grillo. Nella  cornice dell’antica Porta Testa di Finalborgo   due meravigliose DAICHESPIANA: Simona e Gabriella!!! Maglietta rossa con spruzzata di pubblicità, mazzolino di mimosa gialla e margherita viola –della serie la classe nn è acqua - cioccolatini per il “primodoposalita”: WHAT ELSE?!!

La conta dei 47 Daichespiana  + il cane Artù avviene all’imbocco dello stretto sentiero che risale le pendici della Caprazoppa in direzione Gorra.

Siamo in un LECCETO MERAVIGLIOSO! Sentiero un po’ strong ma ben tenuto e ampie aperture visive sulle rocce di Finale, maestose nella loro bellezza e accattivanti per i cugini climber…cugini alla lontana per noi camminatori che alla prima edicola votiva recentemente restaurata, esprimiamo commenti che abbisognano di censura…….

Comunque proprio dalla Madonnina appaiono le prime viole, se ne sente il profumo,  se si respira:… ovvio!

Procediamo su un sentierino che conduce al pannello verde per le telecomunicazioni e la vista lì è magnifica: sulla ValPora, sulla valle Aquila e verso il nostro amato MarLigure! Attorno a noi profumano, ci sfidano e ci accompagneranno per tutto i percorso le piante della macchia mediterranea: il cisto bianco e rosa con le foglie pelosette, la ginestra che mostra solo un accenno dei suoi fiori, il profumato timo, il lentisco, l’alaterno, la rosa canina con le sue bacche, la ruta, il rusco selvatico – con qualche bacca ancora - e compaiono i primi corbezzoli!! Qualcuno dice ne vedremo tanti….e sarà vero: Il ricordo orgoglioso di chi ha percorso questo sentiero a Dicembre godendo della beltà e del gusto dei frutti  di questa pianta  (il corbezzolo, piccolo albero diffuso nel mediterraneo) ci insegna che ogni strada, come ogni vita coglie la ricchezza di ogni stagione!

La Chiesa di san Benedetto ci raggruppa, da bravissimi Daichespiana ci concediamo  un piccolo spuntino, le foto agli iris, e quelle ai nostri fiori…Ros….E Foto di gruppo da manuale.

Adesso il sentiero  è davvero bello ed i muri a secco avvolti da verde edera ci raccontano che in epoche passate i contadini liguri lavorarono sodo. Viola, anemone pulsatilla e pervinca daranno un tocco di colore – il viola, nelle sue sfumature, appunto – in molti tratti del percorso. Si procede con aperte e belle vedute sulle vallate sottostanti, sugli uliveti e sulla Rocca di Perti immobile da ere geologiche, osserva sorniona i 47  + un cane  DAICHESPIANA che procedono con armonico disordine esprimendo considerazioni, le più diverse….:

…le proprietà curative sui bastoncini da trekking: ottimo il movimento per le spalle e per le “tendine” sotto gli avambracci delle donne non più ventenni…

…l’ottima riuscita del trekking odierno: capogita rispettata, responsabile settore C brillante ed attento – merito forse delle pizzicanti serate danzanti con la compagna,  – in chiusura Gabriella paziente e sicura.

…constatare che le QUOTE ROSA, nei DAICHESPIANA, sono mooolto rispettate!

…si ricordano trekking passati, Ivano, ne inventerebbe sempre nuovi!

Saliamo ancora un poco: l’euphorbia caracias fa da padrona! Roberto IL GIARDINIERE l’adora. Ama tutte le piante e tutte le conosce. Tutte le info botaniche giuste di questa relazione sono sue. Troviamo orchidee upo’ appassite, la muscaria, il tarassaco, ranuncoli, rusco selvatico…(Gianni O. lo ha riconosciuto al volo!) ho portato a casa un rametto di ginepro con bacche, altri avranno cucinato un buon risotto o una frittata con l’asparagina – asparago selvatico -.

Naturale semicerchio attorno a croce  statuaria: BUON PRANZO! Non mancano scambi di ricette, scambi di cibo e i biscotti di Maura..e altri biscotti e vino che apprezziamo, of course!

Scendiamo: ambiente di rocce carsiche, si vedono anfratti di grotte, qualcuno dice tufo….terreno argilloso oppio:

Via dentro al brugo!!! Camminiamo in mezzo a due pareti di erica bianca, siamo davvero immersi nella pianta che ci sovrasta….mica solo le lillipuziane, anche i seven up!

La rocca di Perti, i lecci, i corbezzoli, l’erica: lo sfondo del trekking. I DAICHESPIANA protagonisti! Scattiamo foto a più nn posso: desideriamo catturare questo benessere che ci circonda…per poi condividerlo!  

Discreta camminatrice con scarse capacità sull’uso di diavolerie moderne….ho perso parecchie foto che mi avrebbero aiutata nel resoconto…pazienza. Mi dispiace per una bellissima DAICHESPIANA  “doc” (G.P.)  in primo piano davanti  alla bianca erica….sarà stata troppo in odor di buonismo per ella…….

A Calice esageriamo: caffè, calcetto, gelato….Il paese è caratteristico, visitiamo la Chiesa dal bel sagrato. La salita su asfalto che segue fa pentire qualcuno per la pausa prolungata…A sinistra del grande cancello privato ci buttiamo sopra un altro bellissimo sentiero di pietra ricco di flora mediterranea ed evidenti tracce di quadrupedi  – qualcuno immagina meravigliosi trekking a cavallo … sempre la “doc”. Arriviamo all’area picnic di Montesordo che i rocciatori usano come posteggio. Siamo in un vero e proprio sito archeologico e la mappa esposta ci mostra tanti sentieri che vorremmo percorrere….. Ma questa è la gita di un giorno: dobbiamo rientrare e allora un po’ di asfalto ma con bella vista sul mare, indicazioni di insediamenti preistorici e di grotte. Ma quando andremo in quella grotta che entri da una parte della montagna e poi esci dall’altra?.....

Si chiacchiera, ognuno come gli va…..a proposito dell’accanimento terapeutico su animali o persone la mamma di Artù cita la Montalcini: non occorre aggiungere anni alla vita ma vita agi anni!

Ognuno con i suoi dubbi, ognuno con i suoi guai superiamo le Case Valle, la Chiesa dei cinque campanili e saliamo al Castel Govone, il castello di Finalborgo in perenne restauro: sorridiamo alla coppietta   che lo ha conquistato per un pomeriggio un po’ trasgressivo….forse.

La gita si conclude da perfetto manuale, prima di arrivare a Finalborgo. Nessuna pecorella smarrita, i saluti delle due eccellenti CAPOGITA, baci e abbracci con languido sguardo verso alcuni limoni che servono su un piatto LIMONCELLO’s ricetta.

 

Poi Finalborgo ricca di stand fieristici ma anche di gelati, focacce, fritture ed una chicca finale: IL PIZZO DI MARMO nella Chiesa del Paese.


Livia