DAICHESPIANA
  ROCCA SPARVIERA - RESOCONTO -
 
 Domenica 11 ottobre 2009 Gita a Rocca Sparviera  

Questo villaggio, situato tra le valli del Paillon, e la valle del Vésubie, era una tappa obbligatoria per i commercianti che passavano con facilità  da una valle all'altra. Contava più di 300 abitanti al suo apogeo ed  aveva numerose istituzioni amministrative e religiose. 
Ai nostri giorni restano  solo le rovine di questo antico  villaggio distrutto da una serie di sismi nel 1600 circa. La leggenda narra della Contessa di Provenza venuta lì  per rifugiarsi nel suo castello e della sua maledizione  scagliata al momento della sua fuga dallo stesso.  Nasce in noi la curiosità e il desiderio di andare a farvi visita:  il posto ci sembra interessante.  Lungo il sentiero  si respirano ancora gli aromi  tipici delle nostre zone : rosmarino, salvia, timo, lavanda...  La giornata di metà Ottobre è ancora calda e ci consente di  godere appieno della natura e dei suoi frutti... ci fermeremo  a lungo per mangiare more e raccogliere funghi!!!  Il prato intorno alla cappella è il posto  ideale per fermarci a fare tappa e rilassarci  un pò dopo  avere gironzolato  per le rovine del paese. Siamo stupefatti  alla vista  di uniche pareti ancora in piedi. La maggior parte  delle volte che supportano i pavimenti degli edifici sono intatte.  Numerosi muri hanno conservato l'area delle porte e finestre,  lasciando una testimonianza sorprendente in materia di architettura  e di muratura. C'era lì uno del più importanti villaggi della Contea di Nizza costruito intorno ad una sorgente di cui la scomparsa ha  causato l'ésodo dei suoi 300 abitanti.   Si racconta che venne a soggiornare nel villaggio di Rocasparvièra la regina Jeanne, contessa di Provenza, moglie di André  di Ungheria che fu assassinato. Accusata di questo omicidio  dai  suoceri, jeanne si  rifugia a Roccasparviera, dove aveva  un castello.Secondo la leggenda, l'arrivo della Regina Jeanne fu una difficile prova per i paesani. La Regina era accompagnata  dai suoi due bambini, della loro nutrice, da un prete e dalle  sue guardie. La terra non dava molte risorse su questa cresta arida  ed i greggi beneficiavano solamente dei poveri pascoli.  Così il rifornimento della Regina e della sua scorta pesava  pesantemente sugli abitanti. Ma presto delle spie al servizio  della corte dell'Ungheria ritrovarono la pista di Jeanne ed arrivarono  a Roccasparvièra sotto l'apparenza di commercianti.  Simpatizzarono discretamente con gli abitanti e li rifornirono  in viveri, alleggerendoli così delle esigenze della Regina.   Le spie, conoscendo le debolezze del prete per il buon  vino, cominciarono il loro discreto lavoro di vendetta.  Le settimane passarono ed il prete prese l'abitudine di  recarsi ogni pomeriggio in una stalla non lontano dal villaggio  per degustare senza moderazione la sua bevanda favorita in compagnia  dei suoi generosi "amici." Se ne ritornava poi barcollante verso  il castello.  e per celare  il suo stato di ebbrezza fingeva  malessere,  e non partecipava più alle cene Così facendo, fu presto incapace di celebrare  la messa. Alla sera di Natale, la Regina si  decise dunque ad assistere  alla messa di Mezzanotte nella chiesa di Coaraze. Il prete, approfittando dell'assenza della Regina, aspettò che la nutrice avesse coricato  i bambini e si fosse addormentata per lasciare introdurre i  suoi "amici"  in vista di una buona annaffiata... Al suo ritorno, la Regina  trovò i suoi bambini su un vassoio posto su un tavolo,  un pugnale piantato in ciascuno di essi, ed il prete calato in una poltrona,  assorto in un profondo sonno.  All'alba, la Regina riprese la  strada della fuga e lanciò una maledizione sul villaggio: "Rocca, rouquina,  Un jour venderà Che aqui non cantèra Più né gal né galina."  Questa maledizione non doveva lasciare il più villaggio che fu  danneggiato molto più tardi, nel 1564 e nel 1618 per una serie di sismi.  In seguito la popolazione disertò il villaggio e si trasferì a Duranus  e a l'Engarvin.  Povera Regina Jeanne, la leggenda gli ha prestato la felicità di avere avuto i bambini di cui la storia l'ha privata. Questa assenza di  eredi diretti è all'origine della guerra civile tra la Contea di Nizza e i Conti di Savoia.   Con il contributo di Daniela