DAICHESPIANA
  RESOCONTO FONTE DRAGURINA - 8 NOVEMBRE 2009 -
 

 Passo Muratone , Gola del Corvo , Fonte Dragurina   8 Novembre 2009
 
Incerti fino all'ultimo (ha piovuto fino alla sera prima) ci ritroviamo domenica mattina .
I nostri zaini sono pieni di indumenti di ogni tipo e per ogni necessità   e noi  naturalmentepieni di ottimismo...
La giornata è grigia e fredda ma almeno non piove! I caldi colori delle foglie degli alberi di questa stagione contrastano e si esaltano sullo sfondo delle montagne spruzzate di neve.. è meraviglioso !
Mano a  mano che saliamo il freddo lascia il posto a un gradevole "acclimatamento" e il sentiero ci conduce alla Gola del Corvo .
Proseguiamo lungo il versante sud del Monte Toraggio, che regala vedute sconfinate sulle Alpi Marittime.
Fra queste cime si è consolidato un ecosistema straordinario, contraddistinto dalla coesistenza di piante alpine, giunte fin qui con l'ultima glaciazione, e specie mediterranee.
Al bivio saliamo per ampi tornanti e veniamo coinvolti in un bizzarro volteggio di vento e neve che ci accompagnerà per un bel pò.
La nostra meta è Fonte Dragurina, una minuscola grotta di acqua sorgiva .
Leggende locali parlano della fonte come un luogo di antico ritrovo delle streghe, folklore che trova il suo apice rappresentativo in una storia di viandanti che con un incantesimo sarebbero stati derubati, proprio alla fonte, di tutto l'oro che trasportavano.
Da qui si può proseguire verso il Sentiero degli Alpini.
Anche il tratto che abbiamo percorso faceva parte del settore difensivo costruito tra il 1936 e il 1938 al fine di evitare le linee di fuoco francesi sul versante occidentale della valle Roya .
Percorrere questi tratti di strada ricchi di storia è davvero emozionante ,ci troviamo in un luogo dove il passato è ancora davanti ai nostri occhi e le casermette e i bunker presenti nella zona sono lì a testimonarlo.
Ci affrettiamo a tornare e dalla Gola del corvo prendiamo il sentiero cosiddetto "degli orsi" di qui si gode la magnifica visuale del monte Pietravecchie e del Toraggio. Non avrei immaginato una giornata cosi piacevole,e un grazie speciale a Marco che nn si è lasciato intimorire dal brutto tempo del giorno prima e ci ha fatto conoscere un altro angolo di natura e storia così vicino a noi.
  
Forse uno dei tratti più belli, punteggiato da vette di aspetto dolomitico ma al tempo stesso così vicino al mare, è il percorso che dal Colle Scarassan, in alta Val Nervia, sale gradualmente alla Sella d'Agnaira (corrispondente alla tappa n. 4 dell'Alta Via dei Monti Liguri). Tredici chilometri da percorrere con lentezza, in circa cinque ore, lasciandosi conquistare dalla vastità del paesaggio. Il mare di Sanremo, sulla destra, dista una ventina di chilometri. Il dislivello complessivo in salita (circa 880 metri) ne fa un percorso per escursionisti allenati, comunque privo di difficoltà particolari ma straordinariamente ricco di motivi d'interesse. Dopo una breve discesa verso il passo del Muratone e il rifugio omonimo, la salita tocca la Gola del Corvo e si sviluppa lungo il versante sud del Monte Toraggio, che regala vedute sconfinate sulle Alpi Marittime. Fra queste cime si è consolidato un ecosistema straordinario, contraddistinto dalla coesistenza di piante alpine, giunte fin qui con l'ultima glaciazione, e specie mediterranee. Fra la primavera e l'estate questa incredibile biodiversità floreale si manifesta attraverso incantevoli fioriture multicolori. In autunno, invece, sono i colori dei boschi, specialmente dei lariceti, ad attrarre i sensi. Dalle pendici del Toraggio, gli escursionisti più esperti a caccia di emozioni forti possono imboccare la variante del Sentiero degli Alpini, che taglia i versanti accidentati del Toraggio e del Pietravecchia. Il sentiero, impervio ma suggestivo perché scavato nella roccia viva, fra balze e dirupi (e perciò da evitare accuratamente in presenza di neve) fu costruito per scopi militari nell’intervallo tra le due guerre mondiali. In origine era abbastanza ampio da consentire il transito dei muli con il loro carico di vettovaglie e armi, ma le frane e l'erosione lo hanno naturalmente intaccato col passare degli anni. Nei tratti più esposti si è comunque protetti dai cordoni metallici fissati dai volontari del Club Alpino Italiano. Proseguendo sul tracciato principale si toccano i 1810 metri del Passo di Fonte Dragurina.

Daniela