DAICHESPIANA
  PIZZO D'ORMEA 13 MAGGIO
 

Pizzo d’Ormea, 13 maggio 2015

Ed eccomi nuovamente a scrivere: ho appena posato la penna (pardon il tasto del PC) per il resoconto dell’Eire, che ieri, in un nano secondo,  mi hanno eletto all’unanimità scribacchina. “PULTRUI”.!!!!

Siamo partiti in 6, con una meta incerta, non conoscendo la situazione neve in alto: ma questo non ci preoccupa, una soluzione si trova sempre….

Anche oggi gg stupenda. Abbandonate le macchine a Quarzina abbiamo iniziato la arrampicata e subito ai ns occhi un anticipo dei colori che ci avrebbero accompagnato x tutto il gg: dal blu del cielo, al verde intenso del prato adornato dal giallo dei fiori, al fucsia, al blu, al bianco, varie specie di violette, di orchidee ed altri (x i nomi Vi rimando alla ns. esperta Stefy) ed al grigio della roccia, anche questa con un suo fascino.

Uno spettacolo stupendo, nel silenzio più assoluto… no ecco, un fischio. Si è lei, la marmotta; foto: impossibile, non ho lo zoom inserito, ma non importa è impressa nell’iride……

Purtroppo abbiamo “perso” (si fa x dire) due compagni nel viaggio: problemi di altitudine per Piera e Giorgio, da vero “lord of the mountain” (non si lascia nessuno da solo) si è fermato con lei. Pian pianino avrebbero proseguito  x aspettare nel punto stabilito e poi tornare insieme. Ci è dispiaciuto, ma   li abbiamo “seguiti” dall’alto, finchè possibile: due puntini minuscoli minuscoli…..

Anche qui (come in Eire) abbiamo disturbato la vita di coppia di due animali (non ci facciamo mai i fatti ns) due volatili, non sappiamo il loro nome:  sono “partiti” davanti a noi per andare a cercare un posto un po’ più intimo…..

La salita aumenta, ed eccoci al tratto finale: gli “ultimi 100 mt dell’alpinista” quelli considerati più pericolosi, perché vedendo la meta così vicina si può perdere la cognizione della prudenza e della rinuncia ….. ma noi abbiamo due brave guide, che sanno il fatto loro….

La roccia è li, davanti a noi;  ci inerpichiamo fra i sassi (perché ho le gambe così corte?). Dobbiamo abbandonare i bastoncini per avere le mani libere, li recupereremo al ritorno (non è una via molto affollata, quindi li ritroveremo di sicuro).

 Potrebbero servire le corde, azzarda qualcuna, ed ecco la “tasca di Eta Beta” (ricordate il personaggio, che dal suo gonnellino tirava fuori di tutto?): il mio zaino, con la corda, non quella spessa, ma sempre da alpinismo). Un passaggio stretto (qui va bene essere mingherlini), ma ecco che dietro un masso: no, la neve ci blocca il passaggio. Poca, ma quanto basta per demoralizzarci, non si può rischiare sulle rocce. Solo un attimo ed ecco le menti sono già al lavoro: la reazione di Stefy è veloce ed aggiriamo l’ostacolo.

La meta: il Pizzo mt 2476 con una vista stupenda, sole pieno con sotto di noi, lontano un mare di “panna montata” che rende il tutto spettacolare. Uno spuntino veloce per far fronte ad  un leggero giramento di testa: io no, mi sento bene fisicamente e mentalmente. Foto di rito, firma sul “giornale di bordo”… sorpresa:  da chi è firmata la prima pagina datata 21/09/2014? DCS Beppe e Maurizio …………….

Ridiscesa (ach, mi manca sempre un po’ di gamba di Eugenia), passaggio stretto, recupero bastoncini e via, ma da un’altra strada, puntiamo al rifugio, ma poi altra deviazione…. ci attende un pediluvio nel nevaio. Pensavo che il Mare d’Irlanda fosse freddo, ma i piedi nella neve…. Brrrrrr! Non siamo riusciti a fare una foto tutti e 4 insieme, ma i tempi di sopportazione sono stati molto limitati, comunque ne valeva la pena, perché invece di indossare gli scarponi mi è sembrato poi di avere delle pantofole….

Alla fontana ci aspettano Giorgio e Piera: si è ripresa, meno male…. Nuovo spuntino ed ecco apparire la  1