DAICHESPIANA
  I FORTI DI GENOVA RESOCONTO
 

Eccomi, come la settimana scorsa, sono in stazione ad aspettare il treno che mi porta a Genova: oggi si fa trekking e la nostra meta sono i Forti di Genova.

Il treno, fortunatamente, è in orario e noi, Stefanella, Stefania ed io, le ultime dalla comitiva a salire sul treno, con i nostri zainetti, siamo già pronte e cariche per una nuova avventura.

Sul treno il resto della "ciurma" ci aspetta con i posti già assegnati (anche questa volta Capitan Patrizia ci ha messo lo zampino), qui qualcuno sonnecchia, altri mangiucchiano (nostro sport preferito) e così tra una battuta e una passerella del nostro beneamato Presidente con parrucca giallo canarino, passiamo il tempo sotto gli occhi stupiti e preoccupati degli altri passeggeri.

In orario perfetto arriviamo a Genova e abbiamo anche il tempo per una pipì e una colazione prima che arrivi il pulmino che ci porta al punto di partenza della nostra gita.

Prima di salire sul pulmino salutiamo la firts lady che ci lascia per una giornata di shopping genovese, naturalmente Mirko è alquanto preoccupato non tanto perché lascia la moglie da sola, ma per la carta di credito che Nadia ha in tasca.

Dopo aver parlato con l'autista per la strada da prendere per portarci a destinazione ( meno male perché lui aveva capito che dovevamo andare in gita all'Ikea....) ecco che si parte.

La città lentamente si sta animando, il traffico è ancora tranquillo e noi ci godiamo Genova che si sveglia; riusciamo addiritura a vedere nel fiume, pressapoco all'altezza del cimitero di Staglieno, passeggiare due bei cinghiali sicuramente in cerca di cibo.

Il pulmino sale e in alcuni punti del percorso fa un po' di fatica ma ecco che arriviamo nel paese di Trensasco, nel punto dove c'è la partenza per il nostro giro.

Non siamo soli, oltre a noi ci sono già altri "atleti" che si preparano per l'escursione: chi con la bici, chi di corsa, che semplicemente per una passeggiata con il cane, insomma il posto sembra abbastanza frequentato.

La nostra preparazione è abbastanza veloce e subito si comincia a salire; in lontananza si vede già il primo forte: il forte Diamante.

Non sembra distante ma la salita e tosta e si fa sentire e tra una caduta (Mirko ha voluto lasciare anche qui la sua impronta) e numerose soste per riprendere fiato, eccoci alla prima meta.

Forte Diamante è il più alto e sembra che sovrasti e domini gli altri forti che lo circondano.

Il paesaggio è povero di alberi ma, nonostante una leggera foschia, si vedono le Alpi Marittime in tutto il loro splendore e in lontananza scorciamo anche il Santuario dalla Madonna della Guardia.

Proseguiamo per il prossimo Forte e dopo un tratto pieno di tornanti e l'incontro con parecchi escursionisti in mountain bike (Mirko a uno di questi gli da strada e gli augura "buona fortuna" e il poveretto al tornante sottostante è già fermo con la gomma bucata....) ecco il Forte Puin (tradotto vuol dire "Padrino").

Qui il presidente, visto l'ora, lancia l'idea di fermarci per il pranzo: il posto è bello e quindi nessuno obietta la decisione.

Il sole è caldo, non c'è vento insomma si sta proprio bene.

In lontananza sul mare una nave sembra che navighi sospesa e più in basso si vedono i binari del trenino di Casella (ora momentaneamente in manutenzione).

Dopo il pranzo e la foto di rito, si riparte per l'ultimo forte in programma.

Imboccato un sentiero, Mirko pensa preoccupato di aver sbagliato strada ma l'incontro con un altro escursionista, che prosegue in senso contrario, lo tranquillizza e così costeggiando le mura del Forte Sperone arriviamo alla strada asfaltata e all'ingresso del Forte (purtroppo chiuso).

Siamo nel Parco delle Mura e qui la gente viene a passeggiare, a far picnic, a far ginnastica e noi, visto che ginnastica per oggi l'abbiamo già fatta, raggiungiamo "L'Ostaia du Richetto" ( forse era qui che Mirko voleva portarci fin dall'inizio).

Ci riposiamo, ci dissetiamo e ci ricomponiamo prima di raggiungere la citta che ci aspetta laggiù sotto di noi.

Ora siamo pronti per prendere la funicolare.

La ricerca dei biglietti ci mette un po' in agitazione: la macchinetta è rotta e il Bar vicino non ha più biglietti ma, anche questa volta abbiamo la soluzione, un gentilissimo ragazzo ci aggiorna su come risolvere il problema [ sms ] e senza altri ostacoli giungiamo alla Zecca, ultima fermata della funicolare, e qui ci mescoliamo alla gente che ci guarda con faccia perplessa e un po' spaventata) che passeggia per Genova e così tranquillamente attraversando posti che abbiamo visitato la settimana scorsa, arriviamo in stazione.

Qui ci raggiunge anche Nadia con una borsa alquanto capiente e vediamo Mirko preoccupato per il suo conto in banca e la sua carta di credito ormai vuota, ma Nadia ha comprato solo poche cose (è stata brava o non ha trovato niente che le piaceva?)

Ora comincia a farsi sentire la stanchezza e non vediamo l'ora che arrivi il nostro treno del ritorno.

Purtroppo il treno è pieno e quindi dobbiamo sparpagliarci e sederci dove capita, quindi all'arrivo alla stazione di Albenga devo salutare solo una piccola parte della "combriccola", ma domenica abbiamo già un appuntamento con i DCS: c'è il pranzo sociale, e quindi ...a domenica amici. Maura